Il regime forfettario ha preso il posto del regime dei minimi nel 2016, anno in cui quest’ultimo è stato abolito con la Legge di Stabilità.
Il forfettario, rispetto al suo predecessore che era nato per lo più per i giovani under 35, non prevede limiti di età e di durata. L’unica limitazione presente l’abbiamo già vista poc’anzi e riguarda la soglia del reddito annuo che non deve superare i €65.000.
Fra i diversi vantaggi per chi decide di adottare tale regime vi è quello dell’esenzione dalla fatturazione elettronica, e quello di pagare il bollo sulle fatture solo se di importo superiore ai €77,47. In più le fatture vengono emesse prive di IVA.
Nel regime forfettario l’imposta sui redditi viene calcolata con un’aliquota pari al 5% ma solo per i primi 5 anni di attività, per passare poi al 15% dal sesto anno in poi.
Purtroppo però, in questa tipologia di regime non è possibile dedurre le spese e quindi scaricare i costi come avviene in quello ordinario, poiché l’imponibile che viene tassato rappresenta solo una percentuale (definita attraverso un coefficiente di redditività) del fatturato.